Mentre la pandemia da coronavirus continua a tenere sotto pressione i sistemi sanitari di tutto il mondo, il genoma del virus della sindrome respiratoria acuta grave del coronavirus 2 (SARS-CoV2) continua a mutare.
Molteplici varianti del virus che causano COVID-19 si sono rivelate persistenti a livello globale durante questa seconda fase della pandemia: il Regno Unito (UK) ha identificato una variante chiamata B.1.1.7; in Sud Africa, è stata identificata un’altra variante chiamata B.1.351; in Brasile è emersa una variante denominata P.1. Desta un’ovvia preoccupazione la possibilità che queste varianti possano sfuggire al rilevamento con i metodi molecolari sviluppati nella prima fase della pandemia basandosi sulle sequenze del virus “originario”.
Generon sta compiendo ogni sforzo per continuare a monitorare i database dei genomi di SARS-CoV-2 per identificare potenziali varianti che possono compromettere l’efficacia dei test diagnostici VETfinder e portare a risultati falsamente negativi.
Ad oggi, la nostra analisi in-silico (sviluppata utilizzando le sequenze registrate su https://www.gisaid.org/hcov19-variants/) mostra che le varianti sopra menzionate non interessano né i kit VETfinder di rilevamento dei geni RdRp ed E (basati sul protocollo Berlin-Charitè) né il kit di rilevamento del gene N (basato sul protocollo CDC).
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