Quasi tutti i prodotti vegetali possono essere substrato per la crescita di funghi produttori di tossine e non è raro trovare micotossine in alimenti destinati al consumo umano o in mangimi.
La contaminazione da micotossine può avere inizio in campo ma, in particolare per le aflatossine, è opportuno considerare che la contaminazione può avvenire anche nella fase post-raccolta e durante lo stoccaggio.
L’ingestione di partite contaminate da aflatossine, in modo particolare aflatossina B1, da parte di animali in lattazione, causerà la comparsa di un metabolita, l’aflatossina M1 nel latte che verrà destinato al consumo diretto (latte fresco, latte UHT) o alla trasformazione in prodotti lattiero-caseari (yogurt, panna, burro, formaggi). Le micotossine, infatti, sono molto stabili e difficili da eliminare con i processi fisici e biologici impiegati dall’industria alimentare.
Il limite di legge per l’aflatossina M1 nel latte è 50 ppt (nanogrammi per chilogrammi); il latte che supera tale soglia è destinato alla distruzione.
Il comparto alimentare necessita di metodi rapidi e affidabili per individuare e quantificare la presenza di eventuali contaminanti nei prodotti alimentari, al fine di potenziare la tutela dei consumatori e proteggere la reputazione dell’azienda. Questi stessi metodi sono importanti anche per permettere alle autorità di valutare la conformità dei prodotti rispetto alla legislazione vigente.
Generon offre diverse soluzioni analitiche. I test rapidi Lateral Flow e l’ELISA, che si basano sull’utilizzo di anticorpi specifici, sono i principali metodi utilizzati per individuare e quantificare i contaminanti negli alimenti.
In collaborazione con il gruppo PerkinElmer, Generon, offre ai clienti il più ampio portafoglio analitico per il controllo qualità nella filiera lattiero casearia.
Per l’aflatossina M1 sono disponibili test rapidi qualitativi con cut off a 30 e 50 ppt, test rapidi quantitativi e test ELISA. Sono anche disponibili test rapidi, semplici e accurati per la rilevazione di antibiotici.